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Il catalogo della mostra mira a restituire al pubblico un'idea, da un lato, delle testimonianze lasciate dagli Etruschi in Campania (I parte) e, dall'altro, di come la riscoperta del passato etrusco della regione e del suo rapporto dialettico con la Magna Grecia abbiano appassionato sin dal tardo Rinascimento generazioni di intellettuali, incoraggiandoli a sviluppare nuovi metodi di indagine per svelare un enigma storico profondamente radicato nell'identità culturale del Mezzogiorno e che solo al principio del XX secolo l'archeologia avrebbe risolto dando, finalmente un volto e una consistenza alla potenza etrusca (II parte). L'esposizione si compone di oltre 600 reperti di inestimabile valore, in massima parte provenienti dalle raccolte e dai depositi del MANN, oggetto di un'accurata ricognizione e di restauri mirati che hanno consentito di presentare molti di essi per la prima volta al pubblico. Non mancano tuttavia prestiti eccezionali come quello della ricchissima tomba Bernardini di Palestrina messa a disposizione dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e per la prima volta accostata al fasto dei "principi" della Campania.