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A pochi anni dalla scomparsa, il Mart dedica una importante retrospettiva a Beppe Devalle (Torino, 1940-Milano, 2013), uno dei grandi maestri della pittura contemporanea italiana. Docente prima all'Accademia Albertina di Torino e poi all'Accademia di Brera di Milano, impegnato in un'intensa attività espositiva fin dalla sua prima mostra personale allestita a soli 20 anni e invitato a partecipare alle maggiori esposizioni nazionali, tra cui tre edizioni della Biennale di Venezia, è artista schivo, volutamente estraneo alle logiche di mercato e alle consorterie, non riconoscendosi in un unico stile, preferendo reinventarsi continuamente. Fine conoscitore della grammatica del colore e della composizione nonché delle regole della comunicazione e del linguaggio pubblicitario, sperimenta tecniche e linguaggi diversi per interpretare l'attualità e coglierne le contraddizioni, con un'assoluta libertà espressiva. Attraverso i dipinti, i collage, i fotomontaggi, le grandi opere tridimensionali definite "ambienti" e soprattutto i ritratti, dove si riconoscono i protagonisti dello spettacolo, della cultura e della politica, Devalle osserva la società contemporanea e ne preleva le immagini più significative restituendole in forma di intense, talvolta inquietanti, allegorie.