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All'aeroporto di Bogotà viene fermata e perquisita: ha 5 chili di cocaina in valigia e 100 grammi nascosti nella vagina. È finita per Miriam, una giovane di Verona che - per soldi, per disperazione, ma soprattutto per amore - aveva accettato di fare la "mula", la corriera della droga dalla Colombia all'Italia. In questo diario Miriam racconta la sua durissima esperienza in un carcere di Bogotà, il Buen Pastor, un "inferno in terra" nel quale solo una personalità forte come la sua ha potuto resistere alla violenza fisica e alla sopraffazione psicologica. Un unico desiderio: tornare a casa da suo figlio. Un'unica possibilità: l'evasione. Il racconto di Miriam è struggente tanto è sincero. E non risparmia al lettore incredibili colpi di scena, come la cattura da parte dei guerriglieri delle FARC e l'amore per il suo carceriere, dal quale nascerà un bambino che porterà con sé durante l'ultima rocambolesca fuga per l'Italia. Dopo lunghe peregrinazioni, Miriam è tornata a casa: ha pagato il suo debito con la giustizia e si è dedicata alla stesura di questo libro.