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Il mondo di Steve McCurry ha confini lontanissimi, preclusi al comune viaggiatore. Dagli altopiani gelidi dell'Afghanistan, ai torridi deserti africani, dalle tormentate città dell'America Latina, alle soavi piazze d'arte italiane. E nel suo mondo non è raro incontrare abitanti apparentemente inusuali, apparentemente diversi, che tuttavia, almeno in parte, sono riflesso e specchio di tutti noi. Perché siamo noi quelli che abitano le fotografie di Steve, siamo noi che osserviamo l'avanzata di un convoglio russo, che giochiamo in strada, noi camminiamo per sentieri impervi in Nepal, siamo noi i monaci che passeggiano sotto la pioggia, noi siamo la Ragazza afghana che guarda l'obiettivo con dignità e incertezza. A raccontarci questo nostro mondo, a raccontarcelo davvero, è un giornalista di razza, viaggiatore e ramingo almeno quanto Steve, è Gianni Riotta il nostro press pass per luoghi remoti eppure vicinissimi: lo sguardo del reporter incontra quello del fotografo. Gianni Riotta discute con Steve McCurry e le voci si intrecciano, si mischiano, ognuna con diversa forza e portamento. Il racconto di Steve, che si sofferma su momenti e luoghi, passaggi e rischi, grazie alla voce di Gianni diventa racconto delle turbolenze non ancora passate, di un mondo ancora prigioniero di incertezze e dolore. Due voci forti che parlano della fotografia, spunto entusiasmante per capire il presente e le ragioni di alcuni fra gli scatti più iconici del nostro tempo.