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La storia completa e mai raccontata di tre secoli di controversie: dalle prime resistenze degli antinoculisti nell'Italia del '700 alle proteste degli antivaccinisti nell'Italia dell'obbligo vaccinale. Il difficile cammino di uno dei pilastri della sanità pubblica preventiva, tra paura, scetticismo, diffidenza e pregiudizi. L'"esitazione vaccinale" del nostro tempo rappresenta solo l'ultimo capitolo di una storia che nel nostro Paese ha assunto caratteri particolari, attraversando momenti di eclissi e di slancio nei diversi periodi storici e nei vari ordinamenti politico-istituzionali, dall'Italia liberale all'Italia repubblicana, passando per il fascismo. Ricostruire tre secoli di controversie offre infinite suggestioni e consente di evitare un'ingannevole attualizzazione e di individuare l'ininterrotta presenza di un nemico secolare: la paura. Tra preoccupazioni logiche e ansie irrazionali, essa rappresenta ancora uno dei maggiori ostacoli all'accettazione dei vaccini e alla prevenzione di malattie, delle quali le ultime generazioni di genitori non hanno memoria, faticando perciò a bilanciare benefici e potenziali danni. Con la paura, nonostante i progressi della vaccinologia e lo sviluppo di vaccini più sicuri ed efficaci, sono ancora costretti a confrontarsi - oggi come nel primo '800 - operatori sanitari, scienziati e autorità. Per vincerla, quella paura, occorre separare realtà e mito e far sì che al ritmo accelerato dello sviluppo dei vaccini corrisponda quello dell'investimento di risorse umane e finanziarie necessarie a monitorarli e studiarne la sicurezza. Solo così sarà possibile non disperdere la fiducia nel valore sociale di una pratica che rappresenta uno dei maggiori successi della storia nel campo della salute pubblica.