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Come il funambolo ricerca un equilibrio precario in condizioni estreme, anche l'educatore sembra dover sostenere prove analoghe. Una delle questioni principali dell'educatore sembra infatti essere il suo modo di posizionarsi, di prendere posizione sulla scena educativa. Come porsi nei confronti dell'altro? Davanti? Accanto? Dietro? Istanze queste che rivelano non solo un modo di muoversi e di spostarsi del corpo nello spazio, ma anche e soprattutto un preciso modo di pensare e di mettere in forma la propria progettualità. Nella prospettiva di un professionista dell'educazione in continua formazione e trasformazione, la disciplina del funambolismo si traduce in una duplice tensione: a radicarsi, per essere autenticamente e consapevolmente presenti, e a espandersi, per essere ricettivi, aperti, pronti a ricevere e ad accogliere l'altro. Allenando a una presenza concentrata, vigile e attenta, gli esercizi tratti dal training psicofisico del funambolo, nel testo documentati e rielaborati, possono così responsabilizzare anche l'educatore circa la propria postura - fisica, emotiva e cognitiva - spronandolo a interrogarsi costantemente rispetto al senso e all'intenzione messa nel proprio agire. Il volume, rivolto a educatori e formatori, performer e praticanti di discipline artistico-corporee, è un invito a ripensare e destrutturare il proprio abituale modo di camminare e di attraversare la scena educativa-performativa, per esperire l'equilibrio come tensione vitale al movimento e alla ricerca di un continuo bilanciamento.