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Tra i ricettari e i trattati tardomedievali di argomento artistico il "Libro dell'arte" di Cennino Cennini, pittore di discendenza giottesca, è senz'altro il più famoso. Se Giotto in pittura «rimutò l'arte del dipignere di greco in latino», Cennini col suo trattato traduce il sapere orale di bottega in opera scritta. È il primo testo in volgare italiano sistematicamente dedicato alle tecniche pittoriche, dal disegno su carta all'affresco. L'opera esce in edizione critica dopo quasi novant'anni dalla benemerita edizione curata da Daniel V. Thompson del 1932. Il testo, criticamente fondato su due manoscritti fiorentini, il Laurenziano Plut. 78.23 e il Riccardiano 2190, è corredato da un approfondito studio linguistico che prende in considerazione sia la particolare situazione stratificata che rispecchia la biografia dell'autore, in cui convergono, sebbene in copia, tratti toscani e tratti veneti, sia il ricco lessico che getta le basi della terminologia artistica moderna.