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Il volume ripercorre i principi di base della semiotica generale e della semiotica del testo. A partire dalle teorie dei padri fondatori, l'europeo F. de Saussure e l'americano C.S. Peirce, vengono sviluppate in parallelo le due correnti da questi fondate ovvero quella di matrice strutturalista, che ha difeso l'idea di segno fisso, di codice e di sistema, e quella di matrice cognitivista che, viceversa, ha considerato il segno aperto e instabile perché sottoposto al lavoro interpretativo da parte di un soggetto attivo. Dunque, se da una parte la semiologia saussuriana si è profilata come una scienza alla ricerca di modelli formali generali, dall'altra la semiotica peirciana è apparsa come una teoria dei processi di significazione rivolti alla scoperta del senso. Gli stessi studi sulla comunicazione e sulla testualità hanno seguito questa svolta, adottando dapprima rigidi metodi descrittivi e deviando poi verso un più imponderabile impianto pragmatico. Numerosi esempi tratti da diversi ambiti e media (social network, televisione, cinema, pubblicità, musica, letteratura, fumetto ecc.) mostrano che la semiotica può abbracciare l'intero universo significante e, pertanto, va pensata non come una disciplina a se stante bensì come una lente che filtra e mette a fuoco fenomeni di vario ordine. Essa offrirebbe, in tal senso, modalità di osservazione che possono aiutare le scienze umane ad acquisire nuove prospettive nell'analisi dei fatti sociali. Pensato per la didattica dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione, il volume, che in parte riprende il precedente "Semiotica e comunicazione" (2004), è organizzato in dieci lezioni corredate da schede di approfondimento e da domande di verifica.