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A partire dai gruppi di Modena e Ferrara, che costituiscono l'esperienza diretta delle due autrici, questo libro si propone di restituire voce all'esperienza politica di Lotta Femminista e del Salario al Lavoro Domestico, una rete che si è diffusa nell'Italia degli anni Settanta collegandosi al Comitato Triveneto e alla International Wages for Housework Campaign. È dunque un lavoro sulla memoria e sulle emozioni che trasformarono le vite individuando un nuovo spazio di riflessione e azione collettiva centrato su corpi, lavori, relazioni, responsabilità, autonomia e, non ultimo, il denaro. L'originalità di questa esperienza politica sta nell'aver indicato il lavoro domestico non pagato come il determinante strutturale delle diseguaglianze di genere e della violenza domestica: per resistere alla "naturale" femminilità di servizio e all'endemica povertà delle donne era necessario negoziare con lo Stato una diversa distribuzione delle risorse, in antagonismo al sistema capitalista e al suo controllo su lavori e vite, di donne e uomini. Il recupero di questa radicalità fondata sui conflitti di sesso, classe e razza è rivolto al presente: al movimento di Non Una di Meno e alla mobilitazione per lo sciopero globale.