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La Sardegna ha fornito alla causa della Resistenza un apporto che merita di esser conosciuto fino in fondo. Il volume getta luce sulla sorte e sul ruolo che i combattenti, in gran parte soldati, e le istituzioni militari isolane svolsero tra l'8 settembre del 1943 e il 25 aprile del 1945. Dopo l'armistizio i comandi della Sardegna contribuirono a favorire l'invio di numerosi reparti verso la Linea Gustav e la Linea Gotica. Inoltre molti militari sardi, che già si trovavano in continente, diedero un contributo decisivo alla Liberazione: sia quelli sbandati, che furono anche vittime della barbarie nazista, come nel caso dei martiri di Sutri, sia quelli che operarono nelle bande partigiane. Il saggio su Nino Garau e i documenti del colonnello Luigi Cano consentono di scoprire due figure importanti, e a lungo dimenticate, attive nelle formazioni antifasciste nel Modenese e nella Capitale, mentre la ricostruzione della complessa evacuazione tedesca dall'isola svela storie finora mai scritte, quali il fatto di sangue di Oniferi. Il filo rosso che lega l'antifascismo sardo alla Resistenza è testimoniato dall'alto numero di brigate partigiane dedicate a Gramsci, a dimostrare quanto fosse stretto il legame fra il leader comunista di Ales e il Movimento di Liberazione.