Tab Article
La ricerca, in corso da oltre vent'anni, di cui questo saggio costituisce l'ultimo e più aggiornato tassello, si snoda su tre assi cruciali: il potere, le istituzioni coloniali, le dottrine politiche. Il tutto all'interno di un quadro tematico che investe uno dei problemi decisivi della storia mondiale: il rapporto di eguaglianza tra gli uomini. I protagonisti di questa storia sono i coloni bianchi e gli schiavi neri. Inseguendo il filo rosso di un legame sottile che collega gli uni e gli altri a interessi economici, istituzioni, movimenti abolizionisti e ideologie rivoluzionarie ci s'imbatte in navi negriere, piantagioni, città coloniali, avvocati, magistrati, filosofi, tutti impegnati ad agevolare la schiavitù o a contrastarla, nelle lontane isole dei Caraibi. In queste terre si gioca, nel Settecento, una partita senza esclusione di colpi per mantenere la schiavitù e le immense ricchezze che questa produce, o per abolirla in nome dei diritti dell'uomo e della libertà universale. Queste stesse terre di schiavitù e di libertà diverranno, durante la Rivoluzione Francese, il teatro per la più grande rivolta di schiavi della storia. Ricostruire queste vicende non ha solo un valore storiografico: è anche un atto dovuto ai milioni di esseri umani che, ancora oggi, sono costretti al lavoro forzato e privati di quella libertà naturale di cui troppo spesso, per assuefazione, dimentichiamo l'immenso valore.