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Un viaggio tra Italia e Colombia attraverso le difficoltà della relazione educativa: crisi epocale irreversibile o preludio a nuove consapevolezze? Questo libro nasce da una ricerca che ha coinvolto le scuole primarie di due Paesi molto lontani, geograficamente e culturalmente, ma che, pur con caratteristiche proprie, ci raccontano di una progressiva omogeneizzazione delle difficoltà di relazione nei luoghi dell'educare. Rassegnarsi all'inevitabile o ricercare, nella riflessione storica e negli strumenti più evoluti della didattica contemporanea, le ragioni per un ripensamento di ruoli e comportamenti? Non pretendiamo di dare una risposta risolutiva a quella profonda crisi della comunicazione intergenerazionale che pare caratterizzare la nostra epoca: ci siamo sforzati di individuare alcuni dei fattori che possono aiutare a misurare la qualità e le dinamiche della relazione educativa e di evidenziare come il contesto e il ruolo dei soggetti coinvolti possa modificare sensibilmente il senso della comunicazione tra giovani e adulti. Lo strumento proposto consiste in una metodologia di analisi e, insieme, di intervento sistematico sul contesto sonoro. Un percorso specifico, chiamato "musicalmente insieme", è stato appositamente concepito con l'obiettivo di osservare e di misurare i possibili cambiamenti nelle relazioni sonore all'interno di un ambiente dato e di coglierne le sfumature di significato: che cosa significa, all'interno di una certa "relazione d'ascolto", il fatto che uno degli interlocutori alzi la voce o produca artatamente rumori fastidiosi? Oppure la circostanza che, mutate alcune condizioni al contorno, tali fenomeni si attenuino o vengano del tutto meno? Al di là dei rigorosi riferimenti teorici che lo contraddistinguono, questo testo si sforza di fornire alcuni suggerimenti pratici che aiutino l'educatore a riflettere sul proprio ruolo e su quei passaggi chiave che possono migliorare la qualità della relazione educativa nel contesto classe. La speranza è di concorrere ad alleviare, se non a rimuovere, quella che viene oggi definita come la "solitudine dell'educatore".