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Il DAP (disturbo da attacchi di panico) è una sindrome psicopatologica in crescita esponenziale: si calcola che ormai ne soffra una quota variabile fra l'8 e il 10% della popolazione. La stima è per difetto perché, se considerato assieme alle altre sindromi ad esso correlate (come il DAG, cioè il disturbo d'ansia generalizzato, l'ipocondria, le fobie specifiche, le fobie sociali e le diverse fobie della spazialità - agorafobia e claustrofobia -), esso colpisce in realtà il 30% della popolazione. Sindrome dell'inquietudine, divisa fra una spasmodica "fame di vivere" e il bisogno patologico di restrizione e controllo, il DAP è il segno di un'intima scissione della coscienza contemporanea fra universi di valori antitetici e concorrenti. Sovente appiattito nella sua profondità psicologica e aggravato nella sua intensità clinica se affrontato coi soli strumenti classificatori e contenitivi della psichiatria biologica, esso è altresì frainteso dalla psicoanalisi ortodossa. Il libro di Nicola Ghezzani - basato su una nuova metodologia clinica, la psicoterapia dialettica - restituisce alla sindrome ansiosa il suo intimo significato di "malattia della libertà", malattia che è al cuore di una società e di un mondo che sembrano offrire infinite chiavi per essere liberi, ma nessuna "istruzione per l'uso".