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La formazione non è solo scuola né totalmente descolarizzabile, ma si sviluppa nel contesto di un territorio e delle persone che lo abitano. Quanto avviene nella relazione formativa della scuola, parimenti, non è e non può essere "astratto" rispetto al contesto in cui si sviluppa. Nell'interrogarsi sugli spazi e le opportunità della formazione, intesa come intreccio di apprendimento e cittadinanza, il dialogo tra saperi urbanistico-architettonici e saperi pedagogico-didattici offre strumenti euristici operativi che possono aprire nuove prospettive per la città e per i suoi abitanti. Un esempio di tale dialogo è il Centro Interdipartimentale di ricerca-azione denominato "Università dei Bambini dell'Università di Sassari" (UBU) in Alghero, la cui attività è documentata in questo volume. Le riflessioni che stanno alla base del dialogo tra urbanistica e didattica, e le attività promosse da UBU si caratterizzano per le reciproche incursioni e ibridazioni tra questi (ed altri) saperi. La parabola riflessiva traccia una proposta "complessa" e articolata di ecologia dei dispositivi formativi diffusi, incorporati nei contesti urbani e territoriali che la scuola, contemporaneamente, riflette e costruisce e che nuove forme di partecipazione possono contribuire a ridisegnare e semantizzare. Il progetto culturale dell'Università dei Bambini e le attività realizzate più che buone pratiche replicabili offrono l'occasione per riflettere sui "criteri" d'azione formativa nei territori contemporanei delle nostre città. Le esperienze illustrate rivelano dispositivi formativi fondamentali per la costruzione di nuove forme di relazione sociale e di nuove spazialità, nel contesto dell'evoluzione interculturale delle genti che vivono nei territori, nelle città, nelle scuole.