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In Italia l'introduzione del concetto di "Bisogno Educativo Speciale" nelle disposizioni ministeriali finalizzate a promuovere la cultura dell'inclusione ha agito da "perturbatore" del sistema scolastico, conducendo ad un ripensamento della didattica e sollecitando la personalizzazione dei percorsi educativi per favorire il successo formativo di tutti e di ciascuno. Nonostante la portata rivoluzionaria di tale concetto, anche nel nostro Paese si è posta l'attenzione sulle possibili derive di un uso improprio della locuzione "Bisogni Educativi Speciali" e su quanto ciò possa contrastare lo sviluppo di un approccio all'inclusione basato sulla valorizzazione della molteplicità dei modi di essere, al di là di ogni forma di "etichettamento" e di stigmatizzazione. Come sciogliere, dunque, il "dilemma" relativo alla scelta di realizzare un sistema scolastico inclusivo (basato sul principio del riconoscimento delle differenze soggettive in una scuola comune) e l'uso di una terminologia che, di fatto, non sembra aver risolto il problema delle categorizzazioni? In questo framework problematico si inserisce il presente saggio, volto a rintracciare le origini del concetto di "Bisogno Educativo Speciale" nella riflessione di Ronald Gulliford, ricostruendo il percorso, le fonti e l'evoluzione storica della locuzione "Special Educational Needs" e valorizzando la figura, l'impegno scientifico e la proposta riformista dello studioso inglese.