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L'opera del gesuita si può considerare uno degli ultimi baluardi della scolastica cattolica, poiché in essa si fa della retorica uno strumento raffinato per l'autoaffermazione e l'autoreferenzialità. Gabriel Vázquez descrive una natura che passa attraverso il filtro della ratio, che produce calcoli raffinati tali da disegnare una realtà ordinata e, preferibilmente, circolare, dove ogni cosa trova il suo posto per se stesso e rispetto alle altre cose. Esattamente come i semi di girasole disegnano ordinatamente una spirale, occupando tutti gli spazi a disposizione, in una rinnovata prospettiva di rigidità dell'ordine delle cose e non permissiva di rotture, ci troviamo di fronte ad una ragione che assume il duplice valore di "regolo a priori" e di "regolo". La conseguenza che se ne trae è che, per il gesuita, la natura razionale è tale giacché non implica contraddizione e la realtà in cui è immerso l'uomo non può che esser descritta attraverso una sequenza apparentemente ordinata, che, però, non riesce a spiegare l'aporia del "frattale", ovvero delle molteplici contraddizioni di cui è fatta la vita stessa.