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Viviamo un'epoca in cui è facile provare disorientamento. Le leadership sono sottosopra, cambiano e mutano natura, si perdono. Talvolta abbiamo la sensazione di lottare senza forze contro poteri che sembrano tenere in mano saldamente le redini non solo dell'economia ma, ormai, anche della società. Anche gli uomini d'affari, gli executive e i manager possono sentirsi prigionieri di questo meccanismo. Pur consci di percorrere una strada sbagliata, talvolta si sentono costretti a chiudere gli occhi e ad assumere decisioni che produrranno ricchezza per pochi, disagi (talvolta drammi) per molti, costi sociali elevati. Il disorientamento però può diventare anche fonte di consapevolezza. Vogliamo davvero essere schiavi della dittatura della ragione strumentale che, assottigliando progressivamente la nostra libertà, ci allontana dal processo di umanizzazione della vita e del lavoro? Siamo proprio convinti che non vi siano modelli alternativi per immaginare e rendere fattibile una diversa economia? Il volume raccoglie numerose riflessioni su questi aspetti, s'interroga su molte dimensioni, racconta - da diverse prospettive - inquietudine, disagi, ma soprattutto speranza. Sollecita impegno in un lavoro educativo che sviluppi una diversa e attiva consapevolezza, nella convinzione che le imprese e chi le guida possono fare molto in questa direzione, soprattutto testimoniando esperienze che le mostrino come luoghi fertili di significati e di senso per il lavoro.