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Il degrado ambientale, nell'essere causa anche dei cambiamenti climatici, sta testimoniando con sempre maggiore frequenza e drammaticità da un lato i limiti oltre i quali non si può più andare, dall'altro che gli obiettivi che l'UE ha fissato per il 2020 non sembrano facilmente raggiungibili. Pur comprendendo che la complessità deriva dall'attuale modello di sviluppo e che pertanto è difficilmente modificabile e constatando però che non si può rimanere in attesa che i più influenti governi non si limitino a sottoscrivere accordi ma inizino a muoversi per rispettarli, non si può non prendere atto che oggi le condizioni del pianeta hanno ormai rovesciato il paradigma consolatorio non qui ma altrove, non oggi ma nei prossimi decenni, non noi ma altri; l'obbligo è qui, la scadenza è oggi (per non dire negli anni passati), i chiamati in causa siamo noi. È pertanto necessario che ogni cittadino, singolarmente e/o organizzato in gruppi, comprenda appieno i reali pericoli che sta correndo e si impegni per collaborare concretamente, con il proprio comportamento "virtuoso", al fine di un radicale cambiamento di rotta. Il territorio è la sede nella quale agire "dal basso"; la sua governance va indotta ad operare assumendo la programmazione come modo di governo; le sue opzioni politiche vanno monitorate ricercando le necessarie sinergie con tutte le altre istituzioni. Comunicare per far capire, per far agire è pertanto l'obiettivo di questo testo.