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Comunque la si voglia intendere, è difficile contestare la circostanza che abitiamo una società sempre più impersonale, supponente, boriosa, incapace di mettersi in discussione; affetta da analfabetismo etico-culturale; gestita da una classe dirigente senza slancio morale e qualificata da un sistema politico lontano da progetti di ri-organizzazione sociale. In questo quadro, alcuni temi sono naufragati in un'assoluta perdita di corrispettivo nella realtà, sebbene costituiscano la trama di qualsiasi tessuto collettivo voglia definirsi civile, quali democrazia, giustizia, educazione, fiducia, condivisione, responsabilità sociale. Questo saggio, nel produrre alcuni ingrandimenti sui fattori utili a promuovere una nuova ricomposizione sociale e superare il modello di sviluppo in auge, segnato da una diffusa consunzione ambientale, da una dilagante irresponsabilità individuale, da una temibile corruzione politica, invita a ridiscutere i contorni comunitari della nostra società, concependo precisi limiti alla diffusa hybris tecnocratica imperante. Discutere intorno al nostro "mondo dato", evidenziare ogni luce presente nelle troppe zone d'ombra (antropologiche) riscontrabili in società, mettere in questione i modelli di socializzazione correnti appare l'unica maniera per garantire, a ciascuno e a tutti, un futuro etico, probabile e non solo possibile, in una parola vivibile.