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L'industrial designer fa affidamento alla propria esperienza, spesso limitata ad un campo specifico; sceglie un materiale perché è il più performante, il più economico o perché è il più facile da lavorare. Questo testo si prefigge di analizzare e di far conoscere ai progettisti un aspetto quasi sempre trascurato dei materiali: quello espressivo-sensoriale. Ogni materiale, infatti, è in grado di esprimersi, di influenzare emotivamente l'utente determinando di conseguenza delle reazioni. Il progettista deve conoscere le qualità espressive dei materiali perché soltanto così potrà prevedere le qualità sensoriali degli oggetti che con quei materiali verranno realizzati. Anche le tecniche di lavorazione hanno un ruolo fondamentale nella buona riuscita di un progetto, poiché esse possono amplificare alcune caratteristiche intrinseche dei materiali, ma possono anche fargliene acquisire delle altre, alterandone l'aspetto percettivo-comunicativo. Il lavoro del designer, quindi, non dovrà limitarsi a formare la materia, ma dovrà partire dalla conoscenza e dall'analisi degli aspetti sensoriali. Soltanto in questo modo si potranno creare degli artefatti che siano anche dei veicoli comunicativi; oggetti che possano meglio rispondere alle aspettative ed alle capacità cognitive di chi dovrà utilizzarli, che siano, cioè, in grado di assolvere meglio al compito per il quale sono stati pensati.