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Nel 2011, per la prima volta in vent'anni si è arrestato il flusso di immigrati in entrata in Italia, ma vi è stato un parallelo aumento delle seconde generazioni, fenomeno destinato a crescere, per cui l'Italia, come gli altri paesi di immigrazione, deve riesaminare il significato di appartenenza alla società, alla luce dell'importante mutamento che apportano questi giovani in ambito di appartenenza e di senso di cittadinanza, in chiave transnazionale. Il riconoscimento della cittadinanza politica agli immigrati, di prima e di seconda generazione, va dunque considerato in un'ottica di mantenimento della coesione sociale. Dato questo risultato risulta oziosa la domanda: dove si collocano le seconde generazioni, fuori o dentro il mainstream? Nella fase di transizione che stiamo vivendo nella quale vengono messi in discussione le protezioni sociali, le relazioni e i valori solidali, qual è il mainstream? Probabilmente il mainstream futuro sarà quello delle identità ibride e dell'appartenenza non più ad una nazione, ma ad un principio di merito. Nonostante ciò continua a giocare un ruolo importante il contesto di ricezione. Il percorso verso l'assimilazione che stanno compiendo questi giovani ha qualcosa di innovativo, rispetto alle seconde generazioni di altre epoche e di altre nazioni, perché si stanno tendendo a sviluppare identificazioni multiple, sovrapposte e simultanee.