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Il concetto di partecipazione, dopo essere entrato prepotentemente nell'agenda politica alla fine degli anni Sessanta, è stato protagonista di mutevoli vicende e alterne fortune. In particolare nel nuovo millennio, soprattutto in ambito sanitario, sono stati introdotti più ampi meccanismi di coinvolgimento della popolazione, sia per migliorare la qualità dei servizi sia per rispondere alla crisi che ha investito i sistemi di welfare. L'obiettivo di realizzare la possibilità di un'effettiva redistribuzione del potere decisionale a favore dei cittadini, sostenendo concretamente il processo di democratizzazione, è stato troppo spesso eluso anche a causa di elementi intrinseci ai concetti di riferimento, che si prestano a interpretazioni polimorfe e ambivalenti. La complessità delle questioni affrontate risulta evidente dalle posizioni contrastanti presenti nel dibattito attuale, oltre che dalla frammentarietà della letteratura prodotta in quest'ambito. Il volume intende rispondere a questa difficile sfida, attraverso un percorso critico riguardante gli approcci teorici e le declinazioni empiriche, proponendo un "disegno valutativo" e un framework coerente con la prospettiva comunitaria. Negli ultimi capitoli il modello individuato è stato applicato, comparativamente, all'analisi di alcune delle pratiche di partecipazione introdotte di recente dai sistemi sanitari europei tra le quali, per l'Italia, le Società della Salute toscane.