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Dopo un libro che sosteneva come un'ottusa fiducia nel dato (Spazio, tempo e città, 2009) potesse inconsapevolmente cancellare la memoria della città, e forse ciò sta avvenendo; eccone un altro che considera come la costruzione di "un modello" o, se si preferisce mediante l'uso delle parole di "una metafora", possa in qualche modo essere utile per leggere e, rappresentarsi una città. Città che diviene luogo ambiguo e complesso solo per chi ne ambisce al controllo, altrimenti è crogiuolo di esperienze, memorie e culture. Così qualunque città, risulterà al lettore come un insieme di parti ed elementi che più facilmente si possono comprendere e descrivere attraverso, figure, modelli e parole solo quando vengono adeguatamente ridotti per essere opportunamente indagati. Certamente è una scommessa difficile ed ambiziosa; ci sarò riuscito? Boh...