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L'opera è un commento sistematico agli artt. 1-8 della L. 19 ottobre 2017, n. 155 (G.U. n. 254 del 30 ottobre 2017), recante delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Attraverso l'analisi dei singoli articoli e il continuo ricorso a tabelle, la riforma è letta in modo semplice ma puntuale, evidenziando le differenze tra vecchia e nuova disciplina. La L. 155/2017 modifica in maniera radicale il sistema del diritto fallimentare, tuttora incentrato sulle disposizioni del Regio Decreto 267/1942. Tra le novità più significative si ricorda che il termine fallimento scompare dall'ordinamento giudiziario italiano ed è sostituito dal termine liquidazione giudiziale; il curatore assume il ruolo di guida con poteri maggiori rispetto a quelli attuali. Un'altra novità rilevante è rappresentata da una fase preventiva di allerta, attivabile direttamente dal debitore o d'ufficio dal tribunale. L'imprenditore che attiva tempestivamente l'allerta godrà di misure premiali, tra cui la non punibilità dei reati fallimentari se il danno patrimoniale è di speciale tenuità, attenuanti per gli altri reati e riduzione di interessi e sanzioni per debiti fiscali. Nel trattare le proposte, priorità viene data a quelle che assicurano la continuità aziendale, purché funzionali al miglior soddisfacimento dei creditori, considerando la liquidazione giudiziale come extrema ratio. Si punta poi a ridurre durata e costi delle procedure concorsuali responsabilizzando gli organi di gestione e contenendo i crediti prededucibili. Il giudice competente sarà individuato in base alle dimensioni e alla tipologia delle procedure concorsuali, assegnando quelle relative alle grandi imprese al tribunale delle imprese a livello di distretto di corte d'appello. Il limite del sessanta per cento dei crediti per l'omologazione dell'accordo di ristrutturazione dei debiti dovrà essere eliminato o quantomeno ridotto.