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Il tema del recupero e della rigenerazione dei brownfield, ambiti rilevanti che derivano dalle dinamiche di crescita della città post-industriale, rappresenta un argomento di grande attualità, che offre delle occasioni uniche per il ripensamento strategico dello sviluppo urbano. Su questi contesti si riversano aspettative divergenti, che includono la domanda delle comunità locali, le attese economiche degli stakeholder e dei developer e gli interessi delle pubbliche amministrazioni. Coniugare in un'unica visione progettuale la molteplicità di questi approcci rappresenta una sfida decisiva per la riflessione architettonica contemporanea, per favorire ambienti urbani in sintonia con le attese pubbliche. Il testo si concentra sull'area dello scalo di Porta Romana a Milano. La rilevanza della localizzazione, gli interessi di operatori internazionali che confluiscono nella zona, lo sviluppo di nuovi insediamenti terziari e residenziali limitrofi, caratterizzano l'area come una delle più interessanti del tessuto cittadino, dove si giocherà una partita fondamentale per l'intero sud-est di Milano. L'analisi punta a evidenziare il nesso imprescindibile, e non sempre riscontrabile nei progetti in corso, tra i processi di trasformazione, le nuove ipotesi insediative e le condizioni di contesto. Nell'ottica di sottolineare un possibile approccio metodologico da perseguire, che sappia mettere in luce peculiarità e potenzialità del comparto. Il testo si pone come l'esito di una ricerca avviata da anni in varie sedi: dall'insegnamento universitario, alla formulazione di ipotesi progettuali; dall'organizzazione di incontri e dibattiti pubblici, al confronto diretto con stakeholder ed esponenti politici locali.