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Il linguaggio esprime e determina la rappresentazione e condiziona l'azione. Nella lettura dell'urbanistica come disciplina del costruire la città, interpretare l'agricoltura come "periurbana" o "urbana" ne condiziona la sudditanza in una relazione di gerarchie di interessi in competizione, relegandola a zona residuale a cui estendere valori e canoni urbani. Per risolvere l'inadeguatezza di questo approccio, l'urbanistica periagricola invita a ribaltare il concetto di storica dominanza e a cambiare il paradigma. Il volume, articolato in tre parti, traccia un ampio quadro di confronto fra risorse, valori e incertezze di governo del territorio rurale, comprese le indennità di esproprio, indicando come costruire un nuovo lessico per integrare le ragioni dell'agricoltura nella redazione degli strumenti di piano. Nuovi modi di lettura delle esperienze in atto lasciano che protagonisti eccellenti (Riccardo Gini, Francesco Borella, Silvio Anderloni, Erica Pellizzoni e Andrea Cipriani), svelino i fattori che determinano il successo del progetto di rigenerazione territoriale e la governabilità dei processi nel tempo. L'opera nel suo complesso accompagna operatori, ricercatori, urbanisti e progettisti ad allargare la qualità dell'intervento: da una dicotomica visione di spazi aperti/chiusi alla costruzione di un processo territoriale capace di rigenerare le risorse agro-ambientali locali e attivare nuove aggregazioni produttive e sociali, con l'obiettivo di restituire a tutti i protagonisti del Piano pari voce, coscienza e conoscenza. Presentazione di Fausto Moretti.