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Galileo aveva vestito il suo occhio con il cannocchiale: ciò gli permise di scoprire la configurazione delle cose celesti. In questo libro l'autore propone di vestire a nuovo le classi delle nostre scuole. Se la formazione è così fondamentale come si dice, allora gli spazi ad essa riservati - nelle scuole di ogni ordine grado - dovrebbero essere curati, dotati di giochi per imparare le varie competenze, di materiali per la matematica, di strumenti per i vari aspetti della lingua, di attrezzi per gli esperimenti scientifici, di libri, enciclopedie, carte geografiche, di computer, tablet collegati a internet e così via. Dovrebbero essere attrezzati anche con materiali d'archivio per raccogliere disegni, articoli, saggi, foto, lettere, video, musica, reperti, interviste e testimonianze, trovando il giusto mix tra cartaceo e digitale. Insomma i bambini e i ragazzi dovrebbero poter vestire i propri sensi, come poté fare Galileo, per fare le loro scoperte. E poi ci sono alcune cose come attaccapanni, zaini, sedie, banchi, cattedra, la stanza dei docenti, "mani alzate", che sono oggetti con un impatto tutt'altro che lieve sui modi di conoscere e di apprendere. In queste pagine si getta sulla scuola uno sguardo del tutto nuovo, originale, guardando alle cose della conoscenza (le discipline di studio e i campi di esperienza), ma anche alle cose in quanto strumenti della conoscenza.