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Intrecciando ricordi d'infanzia e di adolescenza e riflessioni sulla liturgia e la dottrina cattolica, viene tratteggiato anche un romanzo di formazione nell'Italia degli anni 50 e 60. Infanzia ed adolescenza ricordata, tra epos picaresco e diario di uno sfigato, in una successione di aneddoti nei quali sempre l'io narrante è coinvolto in vicende ecclesiastiche buffe, bizzarre o spiritose. Ne nascono, dietro ingenuità e ironia infantile, riflessioni tese a smascherare le ambiguità, le incongruenze e le assurdità di una religione, quella cattolica, d'antan. Intermezzi "teologici" guardati con umorismo e con occhio fanciullesco, ma che esigono "riflessioni adulte". Rievocando un mondo che intorno alla chiesa si aggregava, si ripercorre anche un mondo ed un modo di vivere ormai scomparso, perduto: quello dei lavatoi, delle stufe a carbone, del cinema della parrocchia, dei chierichetti a servir messa, delle colonie estive, dei prodotti pesati ed incartati al momento, della televisione al circolo ACLI con le prime pubblicità, ecc. Un'Italia ancora paesana e provinciale, ma pronta ad aprirsi alle fascinazioni della modernità.