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"Parole come scie luminose, voci di lucciole erratiche, il cui albore intermittente sbaraglia ogni categoria interpretativa. Parole come direzioni, versi, che l'autrice lascia dietro di se al nostro sguardo che, in punta di piedi, raccoglie l'evento, tutto umano, che è la scrittura poetica. Nelle liriche di Lucia Ferrara risuona un tono oscuro, un silenzio dal quale si eradica la parola vibrante che si fa etica della scrittura sfrangiata, inservibile, e nondimeno fecondante, nell'atto grezzo di tracciare solchi nello spazio impastato dal gusto del nulla al cospetto del tempo o del nulla del tempo a cui la parola da forma, contenuto ed essere."