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Dai classici tagli, divieti e roghi di un tempo alla più moderna censura di mercato, nell'infinito meccanismo möbiusiano di controllori e controllati innescato dall'interferenza dell'immagine sul reale, la parabola della censura cinematografica è un invito alla riflessione su come continuare a filmare, a fare cinema inteso come possibilità di un racconto ancora collettivo nell'epoca delle tecnologie digitali e delle nuove forme sociali di comunicazione.