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Un romanziere insegue l'eroina del suo ultimo romanzo nelle calli piovose di Venezia; una donna reduce da un mondo annientato dall'odio etnico e sociale s'imbatte nei fantasmi del passato, evocati da un incontro nel cimitero acattolico di Roma; una cameriera d'albergo s'innamora di un misterioso turista venuto dal Nord per visitare un tempio greco in mezzo alla campagna siciliana; una coppia di amanti americani si ritrova ogni anno a primavera, rinnovando l'antico mito di Proserpina nel rifiorire della passione: sono questi alcuni dei personaggi delle "Novelle italiane", piccoli capolavori che Jaroslaw Iwaszkiewicz definì in un'intervista del 1947 "le fiabe di Scheherazade raccontate a me stesso nei momenti in cui il pericolo dell'annientamento minacciava me e la mia famiglia". Venezia, Firenze, Roma, Siracusa, Palermo fanno da sfondo a storie dove il vissuto dell'autore segue traiettorie suggerite dalla fantasia, in un gioco continuo di rimandi tra realtà, arte, rievocazione e finzione letteraria. La giovinezza ucraina dell'autore, con la tragica memoria degli eventi bellici e degli sconvolgimenti sociali seguiti alla Rivoluzione russa, assume nello splendore decadente delle città italiane il sapore dell'epos, caricandosi di significati metafisici sul destino dell'uomo, il valore dell'arte, il senso e il futuro della cultura europea.