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Il titolo della mostra Monteverdi e Caravaggio, Sonar strumenti e figurar la musica (Museo del Violino, 8 aprile - 23 luglio 2017), di cui questo volume è fondamentale complemento, esprime felicemente lo stretto rapporto fra l'arte figurativa e quella dei suoni. Uno dei modi più consueti di rappresentarlo consiste nel fissare sulla tela gli oggetti che producono i suoni: gli strumenti. Questi possono apparire anche da soli, in attesa di un esecutore o da lui appena abbandonati dopo un concerto, oppure possono essere rappresentati insieme con il musico, come nel caso del Suonatore di Liuto (Caravaggio). In ogni caso i significati che queste "macchine sonore" assumono vanno ben oltre la semplice rappresentazione del reale. Ed è anche questo che gli strumenti esposti e qui descritti raccontano: il viaggio musicale dell'Orfeo di Claudio Monteverdi (1607), riprodotto in mostra dagli strumenti riportati nella partitura della prima edizione a stampa (1609), permettono di cogliere un fascio di storie parallele, dove i passi avventurosi nell'Ade del protagonista si confondono con quelli del compositore che cerca di aprire «la via naturale dell'imitatione». (C. Monteverdi, 22 ottobre 1633)