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In questi scritti, Emanuele Macaluso, dirigente storico della sinistra italiana, propone un'analisi complessa della fenomenologia mafiosa, tesa a spiegare le relazioni dell'organizzazione criminale con il potere politico, dagli anni convulsi del feudo, nell'immediato dopoguerra, quando la mafia si scatenava contro il movimento contadino, alla seconda Repubblica: fino ai giorni nostri. Si compone, da questa prospettiva, un'indagine ricca di sfaccettature, che offre chiavi di lettura acute e coerenti su aspetti in ombra, discussi o poco considerati della questione mafiosa. Il libro comprende: il saggio "La mafia e lo Stato", uscito nel gennaio 1971; alcuni interventi recenti; infine, rilasciata per questa pubblicazione, un'ampia intervista su percorsi politico-criminali negli anni della seconda Repubblica. L'analisi del dirigente del Partito Comunista Italiano, che si trova a fronteggiare e a studiare i poteri politico-mafiosi da linee particolarmente esposte, è completata quindi dai rilievi di un osservatore disincantato, non allineato a priori alle idee correnti, che non ha remore a proporre spiegazioni divergenti, su alcuni snodi essenziali della vicenda repubblicana.