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Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire un confronto critico tra la teologia politica di Carl Schmitt e la riflessione hegeliana sul rapporto tra la religione, le relazioni intersoggettive e le istituzioni politiche. La teologia politica schmittiana assume i caratteri di una filosofia della storia cristiana che presuppone la continuità tra tempo escatologico e tempo storico e che intravede nel moderno processo di secolarizzazione un'illegittima auto-investitura, e viene proposta dal giurista tedesco come l'orizzonte di pensiero che può agire, anche nel presente, come una controforza storica capace di opporsi a questa separazione e alla deriva ateistica della modernità. In Hegel, all'opposto, il cristianesimo è la religione compiuta in quanto è quella che contiene al proprio interno la logica della secolarizzazione: è solo con la religione cristiana che ha potuto gradualmente consolidarsi nella realtà occidentale un mondo storico caratterizzato dalla libertà di tutti e di ciascuno.