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In "Spesso la mia casa non è che la mia mente", il racconto d'apertura della raccolta, vi è una autentica confessione dell'autore: "[...] Ma l'ispirazione è un'onda, una scheggia impazzita, un flash, un fantasma che si materializza, un fulmine a ciel sereno, qualcosa che inizia a prendere forma trasformandosi in una storia, un foglio che virtualmente comincia ad annerirsi d'inchiostro perdendo l'originaria purezza[...]".