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La Grande Guerra rappresenta il momento fondante della nazione italiana, il dramma di una generazione di giovani che parlano dialetti diversi, ma che nel freddo e nel fango delle trincee si riconoscono italiani, a cinquant'anni dall'unificazione. L'inutile strage provoca in tutta Europa circa dieci milioni di caduti: di questi, 650.000 in Italia, che ebbe inoltre quasi un milione di feriti e 600.000 tra prigionieri e dispersi. Sullo sfondo delle vicende belliche prendono forma le storie dei soldati partiti da Sant'Eufemia d'Aspromonte: 580 storie tirate fuori dai fogli matricolari e dalle schede dell'ufficio notizie custoditi presso l'Archivio di Stato di Reggio Calabria. Contadini e pastori per lo più analfabeti si ritrovano nelle doline del Carso, sull'altopiano di Asiago, sul fronte balcanico o su quello francese. Vengono seguiti nei campi di battaglia e in quelli di prigionia, negli ospedali da campo affollati di feriti e di soldati debilitati dalle malattie causate dagli inverni rigidi e dalle spaventose condizioni igieniche delle trincee, per un bilancio finale che è paradigmatico della tragedia vissuta dai militari italiani negli anni del conflitto.