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Se la Filosofia è la domanda, e tale domanda - socraticamente - appartiene alla nostra stessa essenza, come può non domandarsi che mondo sia mai quello che si domanda del diritto di domandare? L'inizio del domandare coincide con l'inizio stesso dell'umanità, e nonostante ciò, in questa nerissima notte, eccoci qui a difendere, o anche solo a considerare, il diritto di domandare, come se si trattasse di un che di importante, per carità, ma di non essenziale; di un che di fondamentale ma pur sempre non fondante, come del diritto - che so - all'istruzione pubblica, o, di più, del diritto alla casa, al lavoro. E non è proprio una società che non avverte più il bisogno della filosofia, quella in cui viviamo insomma, la società che di questa filosofia tradisce un bisogno assoluto?