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Il lavoro, che alla stessa stregua di un'ampia introduzione inaugura una serie di volumi più specifici sull'avventura napoleonica nel Mediterraneo (II. Il primo levante 1798-1799; III. Il Mezzogiorno e l'Oriente 1806-1815; IV. La penisola iberica 1808-1811), muove alla descrizione della civilizzazione occidentale nel mezzo delle crisi di fine Settecento, ricostruendo l'ossatura e l'architettura di un affascinante e complicato mosaico, riordinato nel rapporto problematico tra età rivoluzionaria e mari del mezzogiorno. Il Mediterraneo e le sue complessità, dunque, le guerre intestine e la bellezza del suo patrimonio materiale, artistico, spirituale; le culture a incrociarsi pure nella dura alterità della vita quotidiana e il senso dell'identità europea, dinanzi la Rivoluzione, in un insieme di idee, di luoghi, di metri di misura, di eclissi, che spiegano, in un momento di rottura epocale, le maree degli ideali che ricoprono "tutto ciò che hanno la missione di distruggere e seppellire", nonostante al di sotto rimanga prepotente la struttura di uno spazio millenario.