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Il libro descrive gli incontri nel carcere di Pretoria tra Eugene de Kock, comandante degli squadroni della morte durante il regime dell'apartheid, e l'autrice, una psicoanalista junghiana. Si resta colpiti dal coraggio intellettuale, emotivo e morale di questa donna, nera, che sceglie di entrare in un carcere di massima sicurezza, di incontrare il pluriassassino bianco definito Prime Evil e di confrontarsi con gli aspetti umani complessi di chi ha agito violenza e distruzione ed ora, in prigione, è disposto ad accettare il confronto con il nemico e a parlare di sé.