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Nel IV sec d.C. fiorì una donna dalla cultura tanto straordinaria da far dir di lei: "Ipazia fu di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l'aveva introdotta, ma, non senza altezza d'animo, si dedicò anche alle altre scienze filosofiche. La donna era solita indossare il mantello del filosofo e andare nel centro della città... Commentava pubblicamente Platone, Aristotele o i lavori di qualche altro filosofo per tutti quelli che desiderassero ascoltarla... " (Damascio ,462-538 d.C., in "Vita Isidorii"). Bellissima, colta e di grande intelligenza, gettava lunghe ombre su un potere che si andava costituendo. Tentarono di sminuirla... "In quei giorni apparve in Alessandria un filosofo femmina, una pagana chiamata Ipazia, che si dedicò completamente alla magia, agli astrolabi e agli strumenti di musica e che ingannò molte persone con stratagemmi satanici...." (Giovanni di Nikiu, VI sec, in"Chronica"). Ma solo un agguato e una morte orribile nei giorni che precedevano la Pasqua dell'anno 415 d.C. riuscirono a fermarla.