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Il Corriere della Sera del 20 aprile 1944 segnalava tra i provvedimenti adottati dal Consiglio dei ministri della RSI due giorni prima sotto la presidenza di Mussolini, l'istituzione del SAF, Servizio Ausiliario Femminile, organismo da affiancarsi alle Forze Armate. Si trattava di una novità assoluta per il nostro Paese, dove un Corpo militare femminile non era mai esistito prima. Sulle norme di servizio, le quali tra l'altro prevedevano che le donne arruolate non portassero armi, si leggeva: "Il regolamento del S.A.F. è alquanto severo: gonne sotto il ginocchio, vietati il fumo e i cosmetici, proibito uscire a spasso con i soldati. Tutto questo ha una precisa ragion d'essere, perché anche l'aspetto esteriore dell' ausiliaria deve conformarsi a regole di serietà e di dignità estreme." Le ausiliarie pagarono un elevato tributo di sangue, il più alto in rapporto agli effettivi. La maggior parte delle uccisioni si verificò a guerra ormai conclusa, quando le vendette senza freni colpiscono gli inermi.