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In una dimensione senza tempo, in luoghi di vita, Cesare Pavese si mostra, nudo. L'uomo, l'intellettuale, il poeta, il fanciullo che fu. Parla. Incontra le sue donne, quelle a cui ha dato "carne e sangue" con le sue parole, quelle a cui ha dato una storia. E loro, come a pagargli un debito, vivono il disagio della presenza, della nudità, del confronto, delle parole, della poesia come naturale impulso. Del raccontare come condanna.In uno stile germinato sulle stesse pagine pavesiane, i racconti toccano i ricordi d'infanzia, di un amore, del confino, di un sogno, e, come corde, a volte stridono, perfino scorticano. Un esperimento che fonde il piombo della vita, del genio e dei mondi artificiali di Pavese per ricreare qualcosa che, pur apparendo nuovo, ha l'enorme carica evocativa di certe materie prime.