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I cicli di Schubert sono anche viaggi: una trasferta invernale, "Winterreise"; una camminata lungo il ruscello, "Die schöne Müllerin"; un volo di ricognizione sul futuro di musica e letteratura, "Schwanengesang". Spesso descritti in termini epici, con sfoggio di linguaggio filosofico, psicanalitico, analitico, questi capolavori furono invece per Moore reale occasione di viaggi e cicli di sedute: tournée mondiali, sessioni di registrazione. Questo è il diario di quelle imprese. Il linguaggio non sarà affascinante, ma il punto di vista (la tastiera di un pianoforte, non quella di un computer iperconnesso) è più prossimo a quello originale di Schubert. Nessuno meglio di Moore, il re degli accompagnatori, può condurci in quel mondo musico-verbale fatto di dettagli semplici, in compagnia dei più grandi interpreti del Lied. Queste "carte di un pianista itinerante", con esempi musicali, citazioni e traduzioni poetiche, sono illuminanti per lo studente, l'interprete professionale, il frequentatore di concerti, il fan di Schubert e del Lied. E anche chi predilige le letture metafisiche sarà soddisfatto, perché Moore fu un interprete trascendentale.