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Fabrizio Avanzi ha trascorso metà della sua esistenza in carcere, per uno di quegli errori che si possono commettere solo a vent'anni. Scontata la sua pena, la vita gli offre una seconda possibilità con la vittoria nel campionato cadetto di rugby di una squadra che allena. Ma Fabrizio è ancora vergine, a lui sono state negate le esperienze di un normale adolescente e ora, a quarant'anni suonati, la sua condizione gli pesa sempre di più. Nella confusione di un uomo che non riesce a distinguere il desiderio di sesso con quello d'amore per una sua coetanea, gli verrà in aiuto un giocatore, Andrea, donnaiolo incallito, giovane, rozzo, vulcanico e maleducato tanto quanto Fabrizio è controllato, maturo e illibato. In un alternarsi di flashback che ripercorrono le sue due vite, durante e dopo la prigionia, in seguito al successo come allenatore e al fallimento come corteggiatore Fabrizio giungerà alla conclusione più ovvia: il tempo sfuggente è l'unico vero arbitro di un'esistenza scandita da esperienze che si possono fare solo a certe età.
