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In questo saggio l'autore si propone di rispondere alla domanda: qual è l'origine dell'universo? È l'interrogativo che il primo uomo si pone quando inizia a filosofare. Nella prima parte, con una sintetica e chiara esposizione, egli passa in rassegna il pensiero filosofico, circa il problema cosmologico e teologico, da Talete al filosofo contemporaneo Ottaviano. Contestualmente con proverbiale puntualità Lionti muove una serrata critica alle loro teorie sull'argomento, oggetto della trattazione. Nella seconda parte del saggio, egli espone una prova personale dell'esistenza di Dio, muovendo da una visione dell'universo, costituito da nessi unitari, inteso meccanicisticamente e in linea con la scienza, ma riconducibile alla Mente spirituale divina, che gli dà esistenza. Circa la creazione è presente un tentativo originale, che sembra coniugare la tesi metafisica con i risultati scientifici. L'argomentazione ipotizza la distinzione tra il tempo zero, in cui Dio dà esistenza ad un infinitesimo della sorgente di vita, e l'inizio del tempo, da cui si sarebbe sviluppato il seme o la sferetta, dalla quale, secondo la teoria scientifica, è avvenuto il Big Bang.