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Tre giovani amiche, usando il solito mezzo della planchette, hanno i primi contatti con uno sconosciuto e invisibile interlocutore. Gli rivolgono domande e ricevono risposte sempre molto esaurienti, a volte anche scherzose e inframmezzate da parole in dialetto milanese. Poi una sera, l'entità si presenta con un nome che non conoscono: dice di chiamarsi Giuseppe Gervasini, di essere stato sacerdote nella sua ultima vita, e le invita a visitare la sua tomba, indicando con esattezza il luogo. Le tre ragazze vanno al Cimitero Monumentale, il più importante di Milano, quello che ospita i più illustri personaggi della cultura e della storia. Trovano la sua tomba e sono stupite di vederla sommersa da un mare di fiori a tanti anni di distanza dalla data della sua morte, che leggono incisa nel marmo. Da alcuni devoti presenti vengono a sapere che quel sacerdote era una specie di leggenda nella Milano fra le due guerre, e che la sua fama di guaritore attirava folle di malati, anche da regioni lontane, e che tutti sopportavano i suoi modi bruschi sicuri di poter guarire con le sue cure a dir poco stravaganti.