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Sebbene ogni sorta di sostanza psichedelica oggi in America sia demonizzata, i composti visionari scoperti nelle piante sono i sacramenti spirituali delle culture tribali nel mondo. Dall'"iboga" dei Bwiti in Gabon all'"ayahuasca" dei Secoya in Ecuador, sino ai funghi "psilocybe" dei Mazatechi in Messico, le piante sono riverite per il loro potenziale che risveglia la mente ad altri livelli di consapevolezza e per agire come porte per altre dimensioni, fornendo anche una visione olografica dell'Universo. "Manifestare la mente" è un'inchiesta personale appassionata, multilivello, e a volte impetuosa all'interno di questa profonda divisione tra punti di vista. Daniel Pinchbeck ci narra dell'incontro fra la coscienza moderna dell'Occidente e queste sostanze sacramentali, dando risalto a determinati pensatori e ricercatori quali Allen Ginsberg, Antonin Artuad, Walter Benjamin e Terence McKenna, così come ai nuovi etnobotanici, chimici, psiconauti e filosofi clandestini dei giorni nostri. Il libro è anche uno scrupoloso resoconto dell'investigazione a tutto tondo dell'autore su questi composti fuori legge. Assistiamo alle trenta ore di iniziazione tribale di Pinchbeck nell'Africa occidentale, all'incontro con i maestri sciamani della foresta pluviale del Sud America e alle notti insonni nel deserto di Black Rock in Nevada durante quel "Revival Arcaico" che è il Burning Man Festival.