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In pieno Settecento il buddhismo si incrocia con la filosofia britannica - da David Hume ad Adam Smith - e indica all'Europa una strada per sfuggire alla logica dualistica e strumentale della ragione illuminista. È la prima tappa di una lunga vicenda di insospettabili influenze del Dharma sull'impero che ha conquistato le terre dell'India. Nell'epoca vittoriana la «luce dell'Asia» diventa accecante, malgrado equivoci ed eclissi improvvise. Solo la fatale scelta di Kipling riapre al pubblico britannico quella "terza via" che nel Novecento sarà frequentata a tutti coloro che fuggono l'insensatezza storica dell'Occidente. Oggi Buddha sorride nei sobborghi di Londra.