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In questo breve racconto il protagonista assoluto è un curato. Coudray ci guida nel suo mondo, nelle sue riflessioni solitarie su Dio, la fede e la vita, e nei suoi divertenti battibecchi con il diocesano. Emerge una visione di Dio tutt'altro che ecclesiastica: il curato percepisce Dio nella natura, nella forza vitale del creato e nel mondo fisico e carnale. Le chiese, dice, «sono scafandri di pietra», strani oggetti dove si pensa che per incontrare Dio sia necessaria una «cassa di isolamento sensoriale». Ogni passaggio del racconto è intriso di sottile ironia: nella dialettica e nella cultura del paradosso il curato ha individuato la via per giustificarsi dalle accuse del diocesano e per trarre sempre gioia e profitto dalle conseguenze delle sue azioni. Le sue argomentazioni e la sua visione del mondo risultano divertenti e allo stesso tempo fanno riflettere. Avrà forse sempre ragione? Ma è così importante avere ragione? E cosa significa? Un giorno accade qualcosa di quanto meno insolito: Lucifero, tra un impegno infernale e l'altro, si presenta al curato, e molto cortesemente gli chiede di scambiare due chiacchiere.