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L'opera si offre con una veste editoriale bifronte, con due identità. Una faccia è costituita da una selezione di fotografie, che scandisce la dimensione di Kronos, attraverso le diverse tappe del percorso artistico di Biagi. L'altra faccia consiste nello scritto, la cui leggibilità è favorita, per un verso, dal carattere tipografico classico, ma anche ostacolata da una serie di trappole, che minano la lettura convenzionale, facendo coincidere al massimo la dimensione scritto-orale, e moltiplicando le possibilità di senso, con metafore, ossimori, iperboli, allitterazioni, contraddizioni, dando corpo così alla dimensione utopica e ucronica dell'arte, che si gioca nell'ambito incommensurabile, dell'AION, in un gigantesco tentativo di scavalcare i limiti delle singole modalità espressive. L'affabulatore avvolge in una trama illusoria quelli che sono i fatti nudi e crudi, ma il suo fine non è necessariamente l'inganno. L'arte è, per certi aspetti, affabulazione. A questa antica consapevolezza allude Picasso quando afferma: "L'arte è una menzogna. Una menzogna che ci per-mette di comprendere la verità".